
La Bibbia nell'arte: un contributo di Micaela Soranzo. Annuncio a Zaccaria (nascita di Giovanni Battista, circoncisione e imposizione del nome)
La Liturgia dell’Anno C propone la lettura del Vangelo di Luca che, insieme a Matteo, affronta il tema dell’infanzia di Gesù a partire dall’Annunciazione. Prima, però, Luca presenta l’annuncio della nascita di Giovanni Battista, il cui ruolo è così importante che nel calendario cristiano vengono celebrate due feste, una per la nascita e una per la morte; in Oriente era celebrata anche la festa della Concezione del Battista sostituita, in Occidente, dalla Visitazione.
Figlio di Zaccaria ed Elisabetta, la sua nascita e circoncisione sono descritte fin nei particolari, ma gli Apocrifi, soprattutto il Protovangelo di Giacomo, e la Legenda Aurea, diffusero altri episodi influenzando notevolmente l’iconografia. Frequenti sono nell’arte i Cicli dell’Infanzia, comprendenti le scene dell’annuncio al vecchio Zaccaria, l’incontro fra Maria ed Elisabetta, la nascita e l’imposizione del nome. In particolare il racconto dell’Annuncio da parte di un angelo si ispira alla nascita di Isacco, di Sansone e di Samuele: Zaccaria, come Sara, non riesce a credere alla notizia e per punirlo della sua incredulità e dargli un segno della potenza di Dio, l’angelo lo rende muto.

In un capitello di Notre-Dame-du-Port a Clemont-Ferrand la scena si svolge nei pressi di un edificio circolare che rappresenta il tempio e mentre l’angelo si rivolge a Zaccaria, che fa oscillare un turibolo, indicandolo col dito, questi, non potendo parlare, mostra una tavoletta sulla quale è scritto: Johannes est nomen. In altre opere Zaccaria indica il proprio mutismo ponendo un dito sulla bocca; talvolta Elisabetta è accanto a lui e l’angelo mostra un cartiglio.

Giotto, nella Cappella Peruzzi a S.Croce, con la scena dell’Annuncio dà l’avvio alle storie della vita del Battista: sotto un ciborio gotico Zaccaria sventola un turibolo mentre dall’altra parte dell’altare gli si fa incontro l’angelo che solleva la mano nel tipico gesto del parlante. Davanti all’edificio si trovano alcuni personaggi, tra cui due donne e un gruppo di musici.

Anche Domenico Ghirlandaio nella Cappella Tornabuoni raffigura la vita del Precursore a partire dall’Annuncio dell’angelo: qui la scena si svolge entro l’elegante architettura rinascimentale di una chiesa, nella cui abside si trova Zaccaria intento a spargere incenso, così come descritto da Luca, mentre gli appare l’arcangelo Gabriele. Nell’affresco accanto è rappresentato anche il momento dell’imposizione del nome.
L’altro tema iconografico molto diffuso è quello della nascita di Giovanni a cui, a volte, è associata l‘immagine dell’imposizione del nome e della circoncisione. Nella scena della nascita Elisabetta è rappresentata a letto seduta o distesa, mentre Zaccaria scrive il nome del bambino su una tavoletta.

Giotto raffigura un grande edificio con due stanze: a destra la camera di Elisabetta, sdraiata sul letto e circondata da tre inservienti, a sinistra Zaccaria che scrive su un foglio il nome del figlio mentre una donna glielo porge assistita da altri personaggi.

Il Beato Angelico, invece, mostra l’anziano sacerdote seduto all’interno di un cortile, che scrive il nome del figlio circondato da un gruppo di vicini.

Sullo stesso tema è la tela di Artemisia Gentileschi del 1635, che fa parte di un ciclo su Giovanni Battista: nel quadro si vede Elisabetta dopo il parto, assistita da una ancella, mentre Zaccaria, davanti a loro, sta scrivendo qualcosa: al centro troviamo la scena familiare di un parto, con un gruppo di quattro donne, levatrici ed inservienti, intente a lavare e fasciare il neonato. In quest’opera c’è anche il tema del bagnetto, come nell’iconografia della nascita della Vergine.
Giovanni Baronzio, in una tavola del 1340 raffigura contemporaneamente tre episodi della vita del Battista: la nascita, l’imposizione del nome e la circoncisione. A sinistra si vede la ricca camera di Elisabetta poiché, secondo una tradizione apocrifa, Zaccaria era un sacerdote benestante e aveva accolto Maria bambina nel Tempio, che ora, insieme a un’ancella, assiste la puerpera e prende in braccio il piccolo Giovanni; al centro Zaccaria sta scrivendo il nome deciso per il figlio; a destra è raffigurata la circoncisione compiuta otto giorni dopo la nascita del bambino. La presenza di Maria che riceve dalle mani di Elisabetta il bambino appena nato è presa dalla Leggenda Aurea, secondo cui “La Vergine restò tre mesi dalla sua parente, prendendosi cura di lei durante la gravidanza: fu lei che ricevette nelle sue sante mani il neonato e compì per lui il compito di levatrice”, come nella tela di Jacopo e Lorenzo Salimbeni nell’Oratorio di S.Giovanni a Urbino.
Qui gli artisti raffigurano il Ciclo completo dell’infanzia del Battista, compresa l’iconografia molto rara del commiato della Vergine da Elisabetta e Zaccaria, mentre un’ancella tiene in braccio il neonato. Talvolta una serva fa il bagno al nascituro e la tinozza ha la forma di un fonte battesimale, come nel portale della cattedrale di Auxerre (XIII sec.), quale allusione alla futura vocazione del Battista.

Nella tela di Van der Weyden siamo in un tipico interno fiammingo con soffitto a cassettoni; la luce entra da una finestra e illumina il letto dove la puerpera Elisabetta riposa. In primo piano Zaccaria vestito come un ricco mercante scrive il nome del figlio che la giovane Maria, con i capelli sciolti e l’aureola, tiene in braccio davanti a lui.
Raramente si rappresenta la fuga di Elisabetta col piccolo Giovanni per sfuggire a Erode che, furioso, fa uccidere nel Tempio Zaccaria, poiché non rivela dove si nasconde il figlio. Questo racconto, tramandato dagli apocrifi e in particolare dal Protovangelo di Giacomo, è stato creato per fare pendant con la fuga in Egitto.