Commento al Vangelo domenica 1° gennaio 2017, tratto da “Luca. Introduzione, traduzione e commento", a cura di Matteo Crimella, San Paolo 2015
- Lc 2, 16-21
“In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.”
La nascita di Gesù
L’episodio è suddiviso in tre momenti narrativi, distinti sia per il mutamento della composizione di luogo, sia per il cambiamento dei personaggi: il primo (vv. 1-7) narra il fatto, la nascita di Gesù, nel suo contesto storico e geografico, mettendo in scena Giuseppe, Maria e il bambino; il secondo (vv. 8-14) racconta l’apparizione angelica ai pastori, cioè l’annuncio e l’interpretazione di quel fatto; nel terzo momento (vv. 15-20), infine, i due gruppi umani s’incontrano. Al culmine del racconto si trova non tanto il solenne annuncio angelico che proclama l’identità di Gesù (v.11), quanto l’incontro tra i pastori e il bambino avvolto in fasce e adagiato nella mangiatoria. La visione di quel segno (v.17) provoca la reazione dei presenti (v.18) e di Maria (v.19). V’è qui una duplice sottolineatura: l’oggetto di tutte queste reazioni umane è non solo il nudo messaggio, ma soprattutto il messaggio considerato unitamente al segno.
Le reazioni. Lo stupore degli astanti…sottolinea la reazione umana di fronte alla rivelazione di Dio che si rende visibile e tangibile, pur nel paradosso di una nascita così umile. Maria, invece, è descritta come colei che custodisce tutte queste “parole avvenute” …e insieme le soppesa nel suo cuore (v.19). La sua fede (cfr. 1,38) non solo non esclude un lento processo di comprensione; anzi, lo richiede. Da una parte, infatti, Maria ha ascoltato la proclamazione della straordinaria identità del bambino (cfr. l’annuncio di Gabriele); dall’altra, constata la sorprendente modalità della reazione della promessa. Infine, il motivo della lode dei pastori è quanto hanno ascoltato e visto, secondo quello che era stato loro annunciato dall’angelo. Il nesso fra ascolto e lode, visione e glorificazione è tipico dell’opera lucana (cfr. Lc 7,16; 13,13; 17,15; 18,43; 23,47; At 2,47; 11,18) e segnala la grande gioia per la manifestazione di Dio. Così, cielo e terra sono uniti nello stesso canto di lode, e i pastori rappresentano tutti coloro che, avendo creduto, hanno visto la salvezza.
La circoncisione di Gesù
In obbedienza alla Legge (cfr. Lv 12,3), Gesù è circonciso l’ottavo giorno (cfr. Gen 17,11-12), entrando così a far parte del popolo dell’alleanza. I genitori non sono nemmeno menzionati e tutti i verbi (con eccezione di “circoncidere”) sono al passivo. Maria stessa, cui l’angelo ha comandato di imporre il nome al figlio (cfr. 1,31), non compare. Ne consegue che l’accento cade non sui personaggi ma sul fatto stesso, adempimento dell’ordine dato da Dio: l’iniziativa resta unicamente nelle sue mani. I genitori sono rappresentati sottoposti alla Legge di Mosè e al comando di Dio. Grande enfasi è data all’imposizione del nome: Luca ricorda al lettore un dato che egli già conosce, cioè il nome proprio del bambino, Gesù, imposto non da Giuseppe ma dall’angelo. Il futuro ruolo del bambino è quello di essere il “salvatore”… di tutte le genti. “
Commento a cura di Matteo Crimella