• 19 Aprile 2024 22:51

La parte buona

CHE ASCOLTA E METTE IN PRATICA LA PAROLA DI DIO

Gérard Rossé: Le parabole di Gesù secondo Luca – TESTO da scaricare, Audio e Video

Di seguito si può scaricare liberamente il testo della Lectio che il prof. Rossé ha tenuto a Perugia, su invito del SAB, venerdì 22 febbraio 2019, sulle parabole del vangelo secondo Luca.

Testo in formato pdf e in formato doc:

Gérard Rossè, Le parabole secondo Luca, SAB Perugia 22 2 2019

Gérard Rossè, Le parabole secondo Luca, SAB Perugia 22 2 2019

 

AUDIO  e VIDEO  Scarica MP3

 

Laureato in teologia presso la Pontificia Università Lateranense e specializzato in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico, il prof. Gérard Rossé è autore di numerosi studi e pubblicazioni. Tra gli scritti esegetici: Il Vangelo di Luca. Commento esegetico e teologico (1995, 20125); Atti degli Apostoli. Commento esegetico e teologico (1998); Lettera ai Colossesi – Lettera agli Efesini (2001). Maledetto l’appeso al legno. Lo scandalo della croce in Paolo e in Marco (2006). E’ Professore emerito di Teologia biblica dell’Istituto Universitario Sophia.

Foto durante l’incontro:

Prossimo incontro venerdì 8 marzo 2019, alle ore 19,30 sempre presso il salone del Convento di Monteripido (Perugia) per proseguire nella lettura del Vangelo di Luca con la Lectio del prof. don Matteo Crimella su “Gesù e i poveri nel Terzo vangelo”. L’ingresso è libero e tutte le lezioni verranno pubblicate in audio e in video, scaricabili liberamente, su questo sito.

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Per un approfondimento si veda anche l’articolo su questo sito:

ASSOCIAZIONE BIBLICA ITALIANA – SETTIMANA BIBLICA di Assisi – Le parabole della misericordia: Prof. don Luca Pedroli (Pontificio Istituto Biblico) – AUDIO e VIDEO

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Immagini e commento a cura di Micaela Soranzo

 

LA PARABOLA DEL RICCO E DI LAZZARO: bassorilievo nel portico della Cattedrale di Saint-Pierre  a Moissac (XII sec.)

Questa parabola è riportata solo nel Vangelo di Luca (16,19-31) e racchiude un implicito riferimento al Giudizio finale, pertanto l’arte romanica ha fatto proprio questo tema su capitelli e bassorilievi delle cattedrali.

L’illustrazione più completa e più interessante è quella che compare nel portico della cattedrale di Saint-Pierre a Moissac; infatti, sui muri laterali che precedono il portale con il Giudizio universale si fronteggiano due composizioni: da un lato la salvezza è annunciata da temi evangelici legati a Cristo e alla Vergine, come l’Annunciazione, la Visitazione, l’Adorazione dei Magi, la Presentazione al Tempio e la Fuga in Egitto,  e dall’altro lato sono poste a confronto le sorti degli eletti e dei dannati mediante la parabola di Lazzaro e del ricco epulone, ampiamente sviluppata e completata da scene infernali.

Nel registro superiore del bassorilievo il ‘ricco epulone’, raffigurato molto grasso e riccamente vestito, è seduto a tavola insieme alla moglie, mentre un servo attinge del vino da una giara e gliela porge. Ai piedi della tavola, disteso sotto un cespuglio, c’è Lazzaro coperto di piaghe, che si preme il petto in segno di dolore. Due cani gli leccano le ferite, mentre un angelo accoglie la sua anima e la porta in Paradiso. A sinistra di questo primo quadro un patriarca barbuto, seduto su un trono, stringe a sé un bambino in fasce: è Abramo che accoglie nel suo seno Lazzaro. Accanto a lui c’è l’evangelista Luca, che ha narrato la parabola, tiene nella mano destra un rotolo aperto e con la sinistra lo indica.

Nel registro inferiore è raffigurata la morte del ricco e mostruosi esseri che vengono a prenderlo per portarlo all’Inferno e a fianco vi sono immagini di torture provocate dai demoni. L’effetto è sconvolgente e una simile composizione era fortemente significativa per il fedele che era abituato a decifrare tali simbolismi. In altri edifici romanici la parabola è narrata in modo più succinto; in un capitello della basilica di Vézelay, ad esempio, la punizione del ricco è offerta alla meditazione dei fedeli con l’immagine di due demoni alati e ghignanti che vengono a strappare al cadavere, disteso sul letto, l’anima rappresentata, come sempre, da un bambino.

 

ESTABAN MURILLO: IL FIGLIOL PRODIGO RICEVE LA SUA EREDITA’  National Gallery of Ireland, Dublino (1660)

 

La parabola del Figliol prodigo, o più correttamente del Padre misericordioso (Lc.15,11-32), che insieme alla pecorella smarrita e alla dracma perduta, fa parte della trilogia delle parabole della misericordia raccontate da Luca nel cap.15, grazie al suo sviluppo narrativo e al gioco dinamico fra i vari protagonisti – il figlio dissoluto, il padre, il figlio maggiore – è l’unica parabola ad avere ripetutamente ispirato gli artisti. Raramente, però, viene raffigurato l’inizio del racconto, quando il giovane chiede al padre la propria eredità e parte per un paese lontano.

Le immagini del figlio che reclama la parte di eredità che gli spetta e il padre che divide l’eredità tra i due figli le incontriamo in una vetrata della Cattedrale di Sens, la più antica vetrata dedicata a questa parabola, essendo datata 1215. L’uomo medievale usava gesti e simboli per comunicare secondo un codice preciso e conosciuto da tutti: i gesti esprimevano nella vita quotidiana, come nelle circostanze eccezionali, la posizione sociale, i sentimenti, le emozioni, e questo codice è usato nelle vetrate perché permette di trasmettere informazioni complesse in un linguaggio comprensibile; i diversi atteggiamenti dei personaggi sono altrettanto parlanti, per i contemporanei, delle scritte poste sotto. Il simbolismo dei numeri, dei colori, degli oggetti è largamente rappresentato e questa vetrata è eccezionalmente ricca in questo campo e con i suoi 12 medaglioni  narra la storia dell’ uomo che è contenuta in questa parabola, che non va letta soltanto come un aneddoto moralizzante.

Più tardi, nel XVII secolo, questo tema viene ripreso da alcuni artisti e tra questi Murillo, che dipinge una serie di quadri, oggi al Museo di Dublino, tracciando tutti i diversi momenti della storia e sono particolarmente interessanti proprio per la rarità dei temi trattati. Le prime tele, ad esempio, rappresentano il giovane che chiede al padre di avere i propri soldi e la partenza a cavallo dalla casa paterna, alla presenza del fratello e della madre in lacrime. La prima tela mostra proprio il momento in cui il padre ha posto sul tavolo tutte le monete del suo patrimonio e ha davanti a se un foglio su cui probabilmente ha scritto le condizioni legate a questa divisione dei beni. Tiene la mano destra sopra il foglio, mentre la sinistra è in atteggiamento dialogico, forse nell’estremo tentativo di fermare il figlio; il giovane, però, senza guardarlo in faccia, ha già preso la sua decisione e sta richiudendo la borsa con i suoi soldi. Di fronte a lui c’è il fratello maggiore, che Murillo ha raffigurato con le stesse sembianze e lo stesso vestito, quasi un alter ego; è al sicuro alle spalle del padre e le sue mani esprimono il compiacimento per il proprio comportamento: diversamente dal fratello, lui è il figlio ‘buono’.

Commento scaricabile in pdf scheda parabole

Rembrandt, Ritorno del figliol prodigo